giovedì 23 agosto 2007

A Valeria ( In Italiano)

Avevo scritto questo breve racconto qualche mese fa.
Ad Aprile la mia esperienza di lavoratore interinale nel Bar della Stazione è finita.
Adesso continuo quotidianamente ad attraversarla la stazione ma è solamente un passaggio rapido come ogni altro pendolare.
Quando sono un po’ in anticipo gironzolo per perdere tempo sperando di incontrare vecchi colleghi o clienti.
Pochi giorni dopo aver cambiato lavoro camminando nella stazione vedo sdraiata per terra una figura sgraziata a pancia all’aria con una mano teneva una bottiglia di birra con l altra un mozzicone di sigaretta era proprio lei Valeria che prendeva a male parole chi le rivolgeva sguardi curiosi, gli passo accanto, le getto uno sguardo ed un sorriso, credendo che nemmeno si ricordasse chi fossi.
Faccio pochi metri quando me la ritrovo accanto chiamandomi per nome: ”Guido Guido che fine hai fatto? ” Gli racconto brevemente le mie vicissitudini lei mi guarda mi da un bel grazie e mi stampa un bacione sulla guancia “ Non sparire fatti vedere ” mi dice mentre ci salutiamo.
Oggi passando di la e chiedendo ad ex colleghi che fine avesse fatto ho saputo che è morta, l’hanno trovata cosi in una via a Trastevere.
Ci sono rimasto malissimo l'ho pianta come si piange un amico.
Prego tanto a Gesù di darle quella pace che qui su questa terra non ha trovato e magari un giorno di rincontrarla in un'altra vita e scambiarci due chiacchiere.

Stazione Termini

Decine di migliaia di persone che frenetiche vi passano, tutte prese da se stesse e dai propri problemi. Allegri turisti, nervosi pendolari, ritardatari che ritmicamente riempiono e svuotano treni, metropolitane, autobus e taxi.
In mezzo a questo formicaio di umane presenze esistono anche i frequentatori abituali, coloro che hanno eletto questo luogo per passarci il loro tempo oppure che come me ci lavorano.
I soliti personaggi che appaiono permangono e scompaiono a volte senza che nemmeno ce ne accorgiamo.
Alcuni ci colpiscono più degli altri e attraverso le loro vite e vicissitudini ci segnano,ci insegnano e ci cambiano.
Oggi voglio parlarvi di Valeria, Valeria la tossica,Valeria la pazza.
Un metro e settantacinque capelli neri normalmente tagliati corti, viso angelicale deturpato da un trucco pesante, esagerato, lividi, cicatrici, sporcizia, le braccia disseminate di buchi dalle croste nere testimonianza delle tante “pere” le occhiaie profondissime fanno il resto.
Magra e sgraziata si veste in maniera assurda e appariscente con un risultato un po’ punk tra la battona di strada e il personaggio di qualche teatro di marionette.
Ancora mi ricordo la prima volta che la vidi, fulminea entrò in un Bar afferrando veloce una bottiglia di birra e prima di essere placcata dalla sicurezza gli strappava il tappo con gli incisivi e correndo via rapida rendeva inutile qualunque reazione.
E passato più di un anno da allora ma nulla è cambiato.
Si aggira per la stazione mendicando quasi esigendo denaro o sigarette con l’eterna bottiglia di birra tra le mani, prende a male parole chiunque le porga un rifiuto o la ignori e parte in discorsi a voce alta inveendo contro qualcuno o qualcosa, fa brevi balletti si butta per terra piange e/o ride si arrabbia quando le guardie responsabili della Stazione tentano allontanarla.
Tutto quello che so su di lei è frutto di racconti e quindi anche se credo sia tutto in gran parte vero esiste sempre una piccola dose di dubbio.
Deve avere un 24 max 26 anni ma con il tipo di vita che ha condotto e le esperienze sia fisiche che emotive per le quali è passata rendono questa stima alquanto difficile e approssimativa.
Dicono sia figlia di un pezzo grosso, forse un magistrato od un prefetto e che un tempo per nulla lontano era bellissima.
La ricordano tutta in tiro allegra e gentile seduta ai tavolini dei bar e locali alla moda di Trastevere, sempre al centro dell’attenzione.
Frequentava l’alta società Romana e era modella, lavoro che l’ha portata a viaggiare e lavorare anche negli Usa.
I vari cocktail esasperati di droga, pasticche, alcool e sesso l’hanno distrutta e fatta diventare una tossicodipendente con Aids conclamato completamente fuori di testa.
Appare alla Stazione quasi tutti i giorni parla da sola a voce alta entra più volte nel Bar dove lavoro, come in tanti altri, e si arraffa una birra , ogni tanto si ricorda che deve pure mangiare e chiede un panino.
Guardandola si intravede la tremenda bellezza che fu e l incredibile voglia di distruggersi che oggi la pervade.
Quando arriva di mattina presto è abbastanza presente e sufficientemente gentile ma pian pianino le birre aumentano, l‘alcool fa il suo effetto e la gentilezza fa posto a un aggressività crescente, una spersonalizzazione che la rende imprevedibile.
L'altro ieri è apparsa accompagnata da un ragazzo, alto faccia dura di chi non lascia spazio a tenerezze sguardo interessato a qualcosa e al come conseguirlo, un altro disperato anche se meno di lei.
Mi sono soffermato a guardarla, si vedeva che lui le piaceva molto , traspariva dai suoi gesti e dai suoi sguardi anche nel suo stato alterato faceva la civetta e tutta l’umanità che normalmente scaccia da se stessa si faceva prepotentemente spazio.
Mentre l’osservavo una gran tenerezza mi riempiva il cuore insieme a tanta tristezza. Si è presentata al Bar insieme al suo “uomo” chiedendo il solito panino a scrocco e prendendosi una birra, dicendoci: ”Questa è per il mio amico.”
A quel punto Francesco il mio abituale collega di lavoro le ha detto: ”A Valè!…noi vogliamo bene solo a te e certe cose A TE!! le permettiamo ,ma al tuo ragazzo no!!
Il tono che Francesco ha usato nel parlarle suonava sincero e lasciava trasparire affetto, ha toccato qualche corda nascosta nel cuore di Valeria ed abbiamo assistito ad un piccolo miracolo.
Quella piccolissima manifestazione verbale le aveva cambiato lo sguardo, per un secondo si è tutta gonfiata gli si è allargato un gran sorriso e le si sono illuminati gli occhi, tanta gioia sprizzava dallo sguardo e dai gesti , oserei dire che era sinceramente imbarazzata. Ha accettato il nostro no tutta allegra e ringraziandoci ci ha salutati in maniera differente .Ha preso per mano il suo alto compagno e insieme si sono incamminati verso la loro giornata fatta di sigarette scroccate, spicci, eroina, qualche birra e forse anche un panino.
Ognuno di noi per incasinato, distrutto, annebbiato, disperato e amareggiato che sia non è mai indifferente ad un gesto o una parola di affetto e soprattutto, almeno ogni tant,vuole sentirsi speciale per qualcuno.


guido

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