venerdì 24 agosto 2007

Il Profeta e il Mendicante ( In italiano)


Bar Vyta stazione Termini.

Alcuni mesi fa mentre stavo al lavoro dietro al registratore di cassa con davanti a me una variegata, lunga e disordinata fila di clienti: indiani, cinesi, giapponesi, americani, italiani, napoletani(li e si considerano una specie a parte) entra un tipo che in mezzo a tutta quella babilonia di razze, eccentricità e colori, riusciva a risultare strano! Vicino alla sessantina con i capelli lunghi la barba folta e i piedi scalzi indossava una lunga tunica color latte macchiato simile a quella che usano alcuni preti ma diversa in qualcosa.

Sembrava non essere in armonia con quello scenario come una macchia di colore persa in un film in bianco e nero oppure qualcuno che si muove a velocità normale in una scena al rallentatore.

Al momento lo giudicai male, pensai divertito : ” Ma chi è questo? Sandokan, Sai Baba o un nuovo profeta?! Deve essere un altro commediante che vuol fare il furbo”. Ce ne sono parecchi che travestiti da moderni Gesù abbindolano creduloni estorcendogli denaro.

Molto alto si muoveva disinvolto e fiero; all’inizio osservandolo da lontano mi faceva un po’ ridere ma quando fatta la fila me lo ritrovai davanti, guardandolo negli occhi mentre stava pagando una colazione gli domandai: “Ma tu che sei un profeta?”

Mi guardò fisso, con occhi scuri e vivaci, per uno o forse due secondi e mi rispose tra il serio e il divertito: “Noo.. a questa domanda non rispondo! ”, pagò prese resto e scontrino fece due passi si fermò tornò indietro e mi disse : “Ho cambiato idea in fin dei conti tu mi hai chiesto chiaramente quello che molti vorrebbero ma non fanno.” e cominciammo a conversare.

Non facemmo in tempo a presentarci e scambiarci una stretta di mano che dopo nemmeno un minuto entrò Riccardo uno dei tanti frequentatori abituali della Stazione che ha scelto Termini come dimora, cinquant’anni forse più, uscito di galera con l’indulto dove stava scontando una delle tante pene brevi che colleziona, con la sua faccia da pugile suonato sempre afono e ubriaco vaga con il volto segnato e distrutto dalle tante risse e incidenti per i quali passa nel suo stato confusionale perenne; vive chiedendo elemosina e facendo piccoli furti.

Entrò e subito cominciò a chiedere ai vari clienti presenti qualcosa da mangiare e da bere, il tipo strano che chiameremo profeta gli sorrise e gli offrì un cappuccino e un panino rifiutandogli solo qualunque tipo di alcolico : “ Ma certo che ti offro qualcosa! Mi restano… giusti giusti.. 5 euro! che sono obbligato a spendere al più presto, non voglio mai rimanere con del denaro tra le mani . ”

Cominciarono a conversare li accanto a me, io lavorando prendendo denaro e dando resti ascoltavo distrattamente cosa si dicevano.

Per prima cosa il Profeta gli chiese il nome e da quel momento cominciò a chiamarlo Riccardo poi si fece raccontare la storia della sua vita mostrando un sincero interesse ed ascoltandolo in silenzio, poi ad un certo punto gli accarezza paternamente il viso e dice: “ Riccardo lo sai si che hai degli occhi molto belli e uno sguardo particolarmente buono”.

Appena la mano del profeta comincia ad accarezzare la ruvida guancia di Riccardo un’espressione stupita e sognante comincia a dipingersi sul viso del mendicante.

La cosa mi impressionò molto, osservavo Riccardo li impietrito, emozionato e riconoscente come un cagnolino che ha appena ricevuto un prosciutto intero in regalo! Ma non grato per il cibo, grato per il segno d’affetto che aveva appena ricevuto.

Non si staccava più dal profeta, gli raccontò che non si ricordava quale fosse stata l’ultima volta che qualcuno l’avesse toccato con affetto invece che per spaccagli la faccia e prendendo tra le sue una mano del profeta lo pregò, accompagnandola, di fargli un’altra carezza. Si capiva che quella sensazione fisica provata gli era piaciuta tanto da volerla sperimentare nuovamente.

Poco dopo il profeta lanciò un occhiata al tabellone dei treni salutò calorosamente sia me che Riccardo e con un largo sorriso si avvio rapido a grandi passi a prendere il treno.

Mi voltai per osservare Riccardo che in piedi con gli occhi fissi pieni di lacrime osservava il profeta allontanarsi, ma era un Riccardo più fiero e più allegro di prima, per un istante era tornato ad essere un uomo veramente felice. Non so quanto questo sarebbe durato ma un piccolo miracolo era avvenuto.

Questa storia realmente accaduta non è importante per stabilire se il profeta fosse vero o falso in buona o cattiva fede anzi adesso che ci penso nemmeno mi rispose alla domanda diretta che gli avevo fatto, ma per sottolineare la potenza che ha l’affetto sull’essere umano.

Passiamo molto tempo leggendo e meditando su testi sacri , costruiamo associazioni e istituzioni per portare alimenti e medicine a chi ha bisogno ma se non ci ricordiamo di condire il tutto con una sincera e manifesta affettività e con tanto calore umano rischiamo di rendere il tutto poco efficacie se non quasi inutile.

Quel semplice gesto rappresentato da una carezza sincera sul volto di un disperato è stato di una potenza tremenda con effetti emozionanti.

Osservando le lacrime di Riccardo che dritto in piedi guardava quella figura amica allontanarsi, mi accorsi che scorrevano anche le mie.



guido

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