domenica 27 aprile 2008

Elzeviro

Da Wikipedia

Col termine elzeviro si definisce un articolo giornalistico di approfondimento, di solito non legato alla cronaca. Apparve per la prima volta all'inizio del Novecento su idea di Alberto Bergamini, fondatore e direttore del Il Giornale d'Italia, che dedicò l'intera terza pagina del numero del 10 dicembre 1901 alla prima di Francesca da Rimini con Eleonora Duse presso il Teatro Costanzi di Roma. Dal 3 gennaio 1905 il Corriere della Sera iniziò a fare altrettanto e l'elzeviro divenne così codificato ed "istituzionalizzato".

Gli autori degli elzeviri erano di solito scrittori o giornalisti affermati: non essendo un pezzo d'informazione in senso stretto, doveva infatti brillare per le sue qualità letterarie. Per questo motivo era confinato nella terza pagina, quella riservata agli avvenimenti culturali.

L'elzeviro poteva essere una rubrica fissa, affidata a uno o più giornalisti in rotazione. Non era infrequente, poi, che questi collaboratori raccogliessero i propri elzeviri in volume: è il caso ad esempio di Farfalla di Dinard e Auto da fé, due opere che raccolgono gli elzeviri composti da Eugenio Montale, per il Corriere della Sera.

Negli anni Venti o Trenta del secolo XX, l'elzeviro contribuì in modo decisivo a diffondere in Italia il gusto per la "prosa d'arte": tra i maestri riconosciuti di questo genere letterario, il critico Emilio Cecchi.

Più recentemente il termine ha assunto una sfumatura spregiativa: per elzeviro s'intende infatti spesso un articolo scritto con un'eccessiva cura formale ma che non presenta particolari motivi d'interesse; una "variazione sul tema" scritta, per esempio, con lo scopo di riempire una mezza pagina.

L'elzeviro può essere considerato un parente decaduto dell'editoriale e del corsivo: il primo è un testo di approfondimento affidato a un giornalista affermato, che di solito non dà informazioni di prima mano ma riprende e commenta le notizie del giorno; il secondo è un testo più breve (a volte una rubrica), scritta di solito in tono ironico o con vis polemica.

Il nome elzeviro deriva da quello di un carattere tipografico utilizzato dagli stampatori olandesi Elzevier, operanti tra il Cinquecento e il Seicento.

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