domenica 13 aprile 2008

Bozza:Cerchi od aspetti?


Guardando un programma televisivo ascoltavo le riflessioni di un depresso e mi ha colpito quando ad un certo punto parlando della sua malattia raccontava che passava la vita ad aspettare e che si rendeva conto che lui percepiva l'esistenza come un fardello.
Quella frase: "passo la vita ad aspettare"
mi ha particolarmente colpito.
Mi sono reso conto che normalmente chi è felice vive attivamente e alla ricerca, chi invece è infelice si immobilizza ed aspetta.

Credo che la felicità risieda proprio nella busca e non nel possesso.

Meno si ha -
più si ricerca e più si è felici.

Più si ha -
più si aspetta e vittime della paura di perdere e nella noia del non bisogno si è infelici.


Le nostre chiese, i nostri gruppi di preghiera, i nostri tempi, sono strapieni di persone che aspettano passivamente che Dio ci risolva la vita e l'esistenza.
E ci ritroviamo a vivere in un immobilità sostanziale sia nei confronti di Dio che verso il prossimo, e per far passare il tempo ci immergiamo in una quotidianità di atti e ritualità più superstiziose che spirituali o nello studio profondo ma spesso fine a se stesso della Parola.
Ma purtroppo Parola separata dal sentimento è quasi nulla.

Cosi come in un gioco di specchi, colui che è felice e soddisfatto anche quando di fatto si mette ad aspettare in realtà ricerca, e colui che è infelice ed insoddisfatto anche quando sembra che ricerchi invece è immobile ed aspetta.
Se facciamo un offerta, se aiutiamo qualcuno, se preghiamo o se rinunciamo, dobbiamo domandarci se lo stiamo facendo aspettandoci qualcosa in cambio o se invece stiamo alla ricerca di una felicità interiore motivata dalla necessità di trovare un valore più alto da attribuire all'esistenza?
Insomma cosa è giusto? Aspettare una ricompensa in un altra od in questa vita ,oppure ricercare un motivo ed un perché più alti da attribuire alla nostra esistenza e di tutto quello che esiste e ci circonda?

guido.

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