venerdì 29 luglio 2011

il 30 Luglio mia mamma avrebbe fatto 72 anni

Incredibile come certi momenti e certe date rimangono scolpiti nella memoria
Me lo ricordo benissimo quel giorno, Luciana nervosa  seduta su di una sedia di cuoio marrone, tra lei ed il medico lo spazio di una scrivania, con appoggiata sopra uno schermo dalla luce fredda e tremolante una lastra. Io le stavo accanto in piedi, appoggiato ad una parete senza nemmeno il coraggio di avere paura.
I suoi occhi espressivi, grandi e castani dicevano tutto..... era terrorizzata.
Attraverso il frenetico movimento delle pupille si poteva immaginare il cervello procurando disperatamente una via di uscita senza però poterne incontrare nessuna.
Dentro di me già conoscevo la risposta, la sensazione che avvertii fu come di un masso cadendo in uno stagno.
Lei finse di essere forte, sospirò profondamente, i muscoli della faccia le guizzavano nervosi sotto la pelle e mordendosi il labbro inferiore chiese al medico di dirle tutta la verità garantendogli che era pronta ad ogni lotta e ad ogni verdetto.
Ma invece non era per niente pronta.
Era il 13 Settembre, 2000, il 21  Novembre dello stesso anno sarebbe morta.
Sessantanove giorni quasi tutti pesanti e tristi.
Io mi terrorizzai molte volte, lasciai il mio egoismo e la mia rabbia prendere il sopravvento ferendola più di una volta, facendo diventare il mio dolore protagonista di quel dramma. Il mio al posto del suo, non era Luciana che doveva passare quel calvario! Ma era la MIA mamma.
Luciana a 61 anni era una donna giovane, piena di vita, sempre pronta ad accorrere in aiuto di chiunque avesse bisogno, chiaramente ancor di più a noi che eravamo suoi figli, per banale od egoista che fosse la richiesta. Chi l'ha conosciuta bene sa che non sono gli elogi riservati a chi muore ma la pura e cristallina verità. Luciana oltre ad una meravigliosa mamma era una grande amica, sincera e divertente.

Ma non era pronta a morire, non ancora! In quei 69 giorni lo ripetette continuamente : ”  non posso morire adesso” Sosteneva, parlando con Dio che le 11 volte che era stata sotto i ferri erano già abbastanza e che non si sentiva di dover pagare più nulla al destino per accettare per l'ennesima volta di sottomettersi ad ospedali, esami, medicine ed al dolore.....ma si ingannava.
Quei 4 pacchetti di sigarette al giorno che fumava da decenni non gli lasciarono scampo.
Sempre fu molto spirituale e cristiana ma in quel momento perse la Fede. La paura le oscurò l'intelligenza e si abbandonò alla vuota religiosità della speranza nel miracolo invece di procurare serenità attraverso l'accettazione degli eventi che stanno aldilà della nostra capacità di capire le tristi ed inevitabili regole che fanno parte del disegno logico e necessario dell'amore Creatore.
A quell'epoca vivevamo in Brasile appena ci fu comunicato che la medicina ufficiale non ci forniva nessuna possibilità di cura persi e disperati cercammo qualunque strada che prevedesse speranza e cosi fummo attratti dalla medicina alternativa, in particolare dalla cura Di Bella tanto di moda in quei mesi in Italia, imbarcammo il 15 di Ottobre al aeroporto di Florianopolis destinazione Roma, fu un viaggio terribile, Luciana ormai in stato terminale soffriva di attacchi di apnea, uno dei polmoni stava completamente atrofizzato e l'altro già sotto attacco di metastasi, ma l'equipaggio della AirFrance, nonostante da me avvisato, non mostrò nessuna compassione e ci trattarono freddamente, come se la presenza di una persona sofferente creasse solo fastidio.
Fu solo l'inizio di una inesorabile serie di giorni pieni di emicranie terribili, depressioni, apnee, vomito costante e la progressiva perdita del controllo degli sfinteri.
Può sembrare un  dettaglio ma avendola conosciuta cosi pudica e gelosa delle proprie intimità, ci causò ancor più sofferenza vederla imbarazzata e timida per farsela letteralmente sotto.
Non posso scordarmi il giorno che al bagno seduta sulla tazza (aveva terrore di rimanere da sola , anche un secondo) mi chiese di sostenerle la testa perché si sentiva svenire...ed io arrabbiato le risposi che doveva smetterla di far finta di sentirsi cosi male e che era arrivato il momento che reagisse! Lei mi giurava che non faceva finta ..ma io non le credetti. Vorrei tanto poter tornare indietro nel tempo fino a quel giorno, le correrei incontro appoggerei la mia fronte alla sua e le sussurerei solo frasi piene di amore, con tenerezza gli accarezzerei i capelli e la coprirei di baci...ma il tempo corre solo in una direzione e quel che fu fatto non si può cancellare. La vergogna per il mio comportamento ancora mi accompagna, l'amavo più di qualunque cosa al mondo eppure mi comportai in questo modo. La cosa peggiore è che le persone che ci stavano intorno elogiavano la mia presenza costante accanto a Luciana, senza immaginare che cosi non facevano che aumentare i miei sensi di colpa.
Mori una settimana esatta dopo ed io tornai a testa bassa in Brasile il giorno dopo il funerale.
Quando entrai da solo nell'aereo, sempre della AirFrance , mi sentii la persona più sconfitta del mondo e piansi come mai avevo e fino ad oggi avrei mai più fatto .

giovedì 14 luglio 2011

Albatroz nel suo blog scrive

............Forse si scrive di qualsiasi cosa per ritrovarsi. Perché si ha un animo generoso e si vuole condividere un pensiero, che forse, sarà utile a qualche altro che si sentirà sollevato all’idea di non essere solo. Come quando un amico si racconta e ti riconosci in lui, e allora la conversazione si anima e le parole escono come un fiume in piena, e le cose da dire diventano cosi tante, che una sera intera non basta per raccontarle tutte.  

sabato 9 luglio 2011

Rubata dal sito di Paulo Brabo e da me indecentemente tradotta

In Matteo 13:44-46 sta scritto che Gesù cosi descriveva il Regno dei Celi
:
Il tesoro nascosto
Fl 3:7-11; Eb 11:24-26
44 «Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo, che un uomo, dopo averlo trovato, nasconde; e, per la gioia che ne ha, va e vende tutto quello che possiede, e compra quel campo.
La perla di gran valore
45 «Il regno dei cieli è anche simile a un mercante che va in cerca di belle perle; 46 e, trovata una perla di gran valore, se n'è andato, ha venduto tutto quello che aveva, e l'ha comperata.


Quando leggo questa parabola spesso mi torna in mente un ragazzo che ebbi la fortuna di conoscere.
La sua “perla di inestimabile valore” era una miscela di cocaina ed eroina. E per essa rinunciò a tutto il resto,  salute, famiglia , un tetto per dormire e tutti i suoi averi, fino a non rimanere con altro che i vestiti che indossava e una chitarra. E come amava quella chitarra: non perdeva occasione per dire a tutti che quella chitarra era la sua anima. Ma un giorno impegnò la chitarra: “mi impegnai l’anima”
Con i soli vestiti che indossava e i pochi soldi ricavati l’unica cosa che riuscì a comprare fu una “virgola” di eroina (un decimo di grammo, appena sufficiente per un unico sballo)
Avendo cosi  venduto l’anima, questa virgola era diventata la sua perla di inestimabile valore.

Ed è qui che termina la parabola, ma non la storia del mio amico dove succede qualcosa di incredibile. Appena ricevuto l'eroina entra in un vicoletto per spararsela, ma li si imbatte  con un altro suo amico anche lui drogato ma senza soldi e senza nulla di valore da potersi vendere.
E cosa fa il mio amico con la sua “ perla “? Lui la condivide. Lui divide il tesoro per il quale aveva sacrificato tutto per donarne la metà al suo amico, senza avere nessuna speranza di restituzione.
Lì in quel malfamato vicoletto nella zona est del centro di Vancouver, il mio amico si cimentò in un atto superiore in proporzione a qualunque altro atto di generosità e sacrificio al quale io abbia mai personalmente assistito, sia da parte di cristiani o di chiunque altro. Pensate quello che vi pare a rispetto della droga e dei drogati, ma il valore che quella perla rappresentava per il mio amico e la grandezza del suo sacrificio superano di gran lunga qualunque atto di bontà che io abbia mai praticato. E la verità è che il comportamento del mio amico non è un eccezione. In comunità di tossicodipendenti o di persone molto povere non è raro un comportamento mutuo basato nella pura Grazia, attraverso la quale si dà senza aspettarsi di ricevere nulla in cambio.

Daniel Oudshoorn
Poser or Prophet

domenica 3 luglio 2011

il mio dolore

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C'è un dolore che non scordo
e che di tanto in tanto inaspettato sboccia e  tutto incrina,
i petali di cuoio che gli ho cucito sopra si dissolvono .
E' un dolore strano, duole ma consola brucia ma rende sensibili .
Strana la vita,

ci sfugge
come la coda al cane che se la rincorre. 

A Bacia das Almas | O valor da pérola e o preço da graça

Link to A Bacia das Almas

Posted: 01 Jul 2011 09:36 AM PDT
Em Mateus 13:44-46 está registrado que Jesus assim descreveu o reino do céu:
O Reino dos céus é como um tesouro escondido num campo. Certo homem, tendo-o encontrado, escondeu-o de novo e, então, cheio de alegria, foi, vendeu tudo o que tinha e comprou aquele campo. O Reino dos céus também é como um negociante que procura pérolas preciosas. Encontrando uma pérola de grande valor, foi, vendeu tudo o que tinha e a comprou.
[...] Quando leio essas parábolas penso com frequência num jovem que tive o privilégio de conhecer. Sua “pérola de grande valor” era uma mistura de cocaína e heroína. Por isso ele sacrificou todo o resto – sua saúde, sua família, um teto e um lugar para dormir, todas as suas possessões mundanas, – até não ter nada além da roupa do corpo e um violão. Ele amava aquele violão: viva dizendo que era a sua alma. Mas um dia penhorou o violão: “penhorei a alma”.
Tendo só a roupa do corpo e o dinheiro que recebeu pelo violão, tudo que ele conseguiu comprar foi uma “vírgula” de heroína (um décimo de grama, apenas o suficiente para deixá-lo alto uma única vez). Tendo vendido finalmente sua “alma”, essa era sua pérola de grande valor.
É aqui que a parábola termina, mas na continuação da história do meu amigo algo inacreditável acontece. Tendo descolado a sua heroína ele entra num beco para transar a droga, e ali depara-se com outro amigo que também é usuário de heroína mas não tem dinheiro, nem drogas, nem nada valioso para vender. O que faz meu amigo com sua pérola? Ele a compartilha. Ele a divide – o tesouro pelo qual sacrificou todo o resto – e dá metade a seu amigo, sem qualquer esperança de retribuição. Ali, num beco da zona leste do centro de Vancouver, meu amigo engajou-se num ato de generosidade e de sacrifício pessoal superior em escala a qualquer outro ato de generosidade ou sacrifício pessoal que eu jamais tenha visto praticado – quer por parte de cristãos ou de quaisquer outros. Pense o que quiser sobre o uso de drogas: o valor da pérola para meu amigo e a extensão de seu sacrifício suplantam em muito qualquer outro ato de bondade jamais praticado por mim.
E a verdade é que a atitude de meu amigo não é exceção. Em comunidades de usuários de drogas e outras comunidades de gente pobre não é incomum uma estirpe de economia fundamentada na graça, em que se dá sem se esperar receber de volta.
Daniel Oudshoorn
Poser or Prophet