sabato 19 gennaio 2008

La Storia degli altri

Il processo del cambiamento in Thailandia si è svolto con rapidità dalla seconda metà dell'800 in poi. La Thailandia si è distinta dagli altri stati del Sudest asiatico del XIX secolo per essere stato l’unico stato sopravvissuto alla spinta aggressiva del “nuovo imperialismo”. Tra i fattori significativi che hanno aiutato la Thailandia a preservare la sua identità nazionale furono l’abile diplomazia dei suoi re, la sua collocazione geografica e la politica di modernizzazione. Di questo va dato atto oltre che al desiderio anglo francese di non avere una frontiera in comune e di far restare la Thailandia come stato cuscinetto, a due monarchi thailandesi: Re Mongkut (1851-1868) e re Chulalongkorn (1868-1910).

Re Mongkut, asceso al trono a 47 anni, fu addestrato ed istruito alle arti tipiche di un re del suo tempo. Alla morte del padre con l’ascesa al trono di un suo fratellastro nel 1824, si ritirò in convento conducendo la vita ascetica e monastica di un monaco buddista. Tale esperienza si dimostrò essere molto importante. L’organizzazione e il carattere democratico dei monasteri buddisti, dove affluivano monaci di tutte le classi e tutti i retroterra, instillarono in Mongkut una nuova visione e gli diedero la possibilità di viaggiare moltisimo nelle provincie incontrando molti missionari europei e americani da cui apprese il latino, la matematica, l’inglese e l’astronomia. Fu inoltre sempre capace a tenersi informato sulla vita politica, militare ed economica sia dell'oriente che dell’occidente. In questo periodo comprese che un debole stato come il Siam non avrebbe mai potuto tener lontano gli stranieri e che quindi il governo e la società thailandese si dovevano per forza di cose adeguare all’occidente, considerato che anche uno stato grande come la Cina dovette fare la stessa cosa dopo la sua sconfitta del 1842. Queste trasformazioni però non sarebbero dovute avvenire a spese delle proprie tradizoni culturali a cui egli stesso diede dei personali e significativi contributi. Questo desiderio di bilancio tra tradizione e modernità, tra autoritarismo e liberalismo nel governo, tra il mantenimento dei privilegi feudali e il nuovo ordine economico furono tratti caratteristici della sua opera.king mongkutLe riforme intraprese da Re Mongkut, per quanto importanti, avevano graffiato appena la superficie di una società guidata dalla tradizione e dall’oscurantismo. La stessa sua formazione culturale e l’opposizione della corte tendevano a frenare il ritmo delle riforme. Suo figlio Re Chulalongkorn, salito al trono come Rama V e che regnerà per quattro decadi, si dedicò con tutto il suo ardore nella razionalizzazione e occidentalizzzzione della società e dell’amministrazione in modo davvero rivoluzionario. La sua educazione ed istruzione ad opera di alcuni inglesi lo convinse del bisogno di far percorrere la stessa strada ad altri principi che furono inviati in Europa a studiare e che al loro ritorno divennero anche essi dei protagonisti del cambiamento.

Il campo delle riforme iniziate da re Chulalongkorn abbracciò molti aspetti dell’attività umana. Attraverso una serie di decreti regolò la schiavitù per debito, la vendita dell’oppio, l’uso delle testimonianze nelle dispute giudiziarie, fornì resoconti più accurati nel campo della tassazione e della proprietà. Il suo primo decreto nell’atto dell’incoronazione, 1868, fu di abolire l’obbligo di prostrarsi alla presenza del re. L’anno seguente fu fatto il primo passo nell’abolizione della schiavitù. Abolì inoltre i servigi obbligatori per alcune classi nelle forze armate e nella polizia, istituendo il reclutamento aperto a tutti. Nel 1875 fu istituito il telegrafo, nel 1893 inizò la costruzione della prima ferrovia. Furono incrementate le possibilità d’istruzione sebbene solo per le famiglie benestanti. Il campo più importante fu l’amministrazione che fu del tutto revisionata.

Il sistema precedente contribuiva molto all’erosione del potere centrale del governo, in quanto permetteva sovrapposizioni di poteri e fondeva molte funzioni militari, civili e giudiziarie conducendo a confusione, corruzione e perdite secche di entrate. Le caratteristiche principali della riorganizzaione statale sotto re Chulalongkorn furono la graduale estensione dell’autorità di governo centrale nelle province, distretti e villaggi e la riorganizzazione dell’attività di governo in un insieme di dipartimenti con chiara divisione di compiti e responsabilità. Nel 1887 con l’aiuo di consiglieri inglesi fu delineata l’amministrazione finanziaria, nel 1892 il principe Damrong, educato in Inghilterra e nell’amministrazone inglese in Birmania, assunse l’incarico di Ministreo degli Interni e assunse dirette responsabilità nell’organizzazione delle province. Furono istituite 18 zone ognuna delle quali aveva un alto funzionario responsabile. Ogni zona fu ulteriormente suddivisa in provincia, distretto e villaggio. Fu introdotta qualche forma di autogoverno permettendo che ogni villaggio della grandezza di venti famiglie rappresentate dagli anziani potesse eleggere il capovillaggio. Nello stesso anno fu creato il ministero della giustizia con la creazione di corti regionali, provinciali e centrali. La legge Thailandese fu rivista con l’aiuto di giuristi francesi e nel 1908 fu istiuito il Codice penale.

Tutti gli sforzi erano diretti a creare una certa fiducia tra le nazioni occidentali nella legge Thai e quindi a garantire l’abolizione dei diritti di extraterritorialità per gli stranieri. Nel 1897 fu istituita una prima università di legge per formare avvocati e giudici thai ed eliminare la dipendenza da giudici occidentali. Molte cose non sarebbero state possibili senza l’aiuto di consiglieri stranieri che erano 549, il più importante dei quali Rolin Jaequemins era stato ministri degli interni belga. La maggioranza erano comunqu inglesi. Diversamente dal periodo di Mongkut, tutti i ministeri erano diretti da Thai con gli europei nel ruolo di consiglieri. Chulalongkorn istituì anche il consiglio di stato e il consiglio del sovrano. I consiglieri, per lo più principi e nobili, erano nominati dal sovrano con funzioni soltanto di consulto. Chulalongkorn si oppose all’introduzione del parlamento in stile europeo istituendo due camere con lo scopo di impressionare l’occidente, non per allargare la base del governo.

Per quanto ardite le riforme e per quanto fossero avanzate in tutti i campi, non riuscirono a far fare alla Thailandia quel balzo necessario a tenerla in linea con la modernizzazione in occidente o in Giappone. In effetti la monarchia rafforzò la propria base di potere poiché controllava l’accesso all’educazione e le nomine dei giovani nobili rendendoli dipendenti dalla buona volotà del re per la carriera e la ricchezza personale. Nel corso del tempo, gli effetti delle riforme avrebbero raggiunto le province con l’allargamneto dei mezzi di comunicazione e i funzionari educati nelle scuole divenendo così a loro volta strumenti di cambiamento. Benchè la Thailandia mostrasse chiari segni di cambiamento nel ventesimo secolo, la struttura rimaneva essenzialmente inalterata. Il governo, come nei secoli precedenti, era uno strumento della monarchia e dell'aristocrazia, almeno fino al colpo di stato del 1932 che segnò la fine della monarchia assoluta in Thailandia e l'ascesa nel panorama poitico thailandese del potere politico di militari.

Gli anni che precedettero lo scoppio della II guerra Mondiale videro il rafforzarsi dei movimenti nazionalistici grazie anche all'ascesa di nuove classi borghesi e dei militari, mentre lo stato cambia il proprio nome da Siam in Thailandia. Essere Thai significa identificarsi sempre più nei tre caposaldi: Monarchia Buddismo e lingua thai.

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