mercoledì 20 ottobre 2010

martedì 19 ottobre 2010

Segnali

Il mare piatto che all’improvviso si increspa

con questa brezza che trasporta il profumo di pioggia.

Il bagliore di fiamme dietro l’orizzonte col

vento che si alza.

Religiosi che non ci incantano

e politici che avviliscono.

Malcontento

La classe media che soffre,

le Università che reclamano

e la mano d’opera che si incazza.

Come una stanza piena di fumi di benzina

Basterà una scintilla

giovedì 14 ottobre 2010

Um grande presente que recebi

Jxxxx Axxxx ha scritto:
"Amigo Guido, tu sabes que eu sempre fui arredio a comemorações de aniversários, mas o tempo me fez pensar diferente. Fazer aniversário é comemorar um dia só seu, é como um ano novo particular de cada um.
É tempo de pensar, mudar, sonhar...
Como não sou bom com a escrita procurei um presente pra ti nos escritos de Gandhi.

Se eu pudesse deixar algum presente à você, deixaria aceso o sentimento de amar a vida dos seres humanos. A consciência de aprender tudo o que foi ensinado pelo tempo a fora. Lembraria os erros que foram cometidos para que não mais se repetissem. A capacidade de escolher novos rumos. Deixaria para você, se pudesse, o respeito aquilo que é indispensável. Além do pão, o trabalho. Além do trabalho, a ação. E, quando tudo mais faltasse, um segredo: o de buscar no interior de si mesmo a resposta e a força para encontrar a saída.
Mahatma Gandhi

Parabéns por esse dia especial, muita alegria, paz e harmonia.
Que todos os seus desejos se realizem."

mercoledì 13 ottobre 2010

Rubata da: M

Traccia dopo traccia

Quante volte ascoltando una canzone, senza motivo, solo perchè ci ricorda qualcosa di meravigliosamente bello, scoppiamo a piangere.
Un secondo fa eravamo così felici ma poi sentiamo o vediamo qualcosa che stimola il nostro subconscio, scoppiamo in lasrime anche senza un motivo.
Delle parole, delle frasi, delle foto possono farti ricordare molte cose come amicizie perdute, ex-fidanzato, una persona cara volata in cielo, qualunque cosa bella o brutta che sia!
Tante volte mi capita di sdraiarmi sul letto mettermi le cuffie, canzone dopo canzone arriva quella traccia che mi ha regalato mille emozioni, quella che mi ricorda il passato, le mie cazzate, le amiche perse e quelle vinte, l'ex fottuto ragazzo che mi ha fatto star male, i genitori che rompono;
ma nonostante le migliaia di cose che mi entrano in testa riesco a vivermi il presente senza nessuna paura.
Quella è la traccia della mia vita!
Mancano una manciata di ore al mio compleanno, come al solito l'aspettativa di rendere questo giorno particolare comincia ad insinuarsi ma come sempre alla fine sarà un banale compleanno come lo sono stati tutti gli altri, non so perchè ma io e le festività non andiamo d'accordo.
L'altro giorno per gioco stavo immaginando la festa perfetta, luogo ,invitati e perchè no regali.
Bè il luogo nel quale mi sarebbe piaciuto festeggiare sta a 10000 km e qualche migliaio di euro di distanza da quà, tra i primi dieci invitati della mia lista almeno 6 sono morti.
Forse la spiegazione è che sono un incurabile malinconico che si aspetta sempre troppo, quindi destinato alla delusione....
Alla lista di regali non ci sono arrivato :)
La sera del 16 me ne andrò allo stadio vediamo se almeno la mia squadra mi fa un bel regalo e vince.

mercoledì 6 ottobre 2010

Eu nao achei nada banal este raciocinio do Paulo Brabo.Muito bem pensado...

05 de Outubro de 2010

A dessacralização do banal

Depositado por Paulo Brabo


Estocado em Sociedade

Dizem-me que o que há de mau nas grandes redes sociais da internet é o esvaziamento da privacidade, a glorificação do instantâneo, a alienação da realidade e a pulverização da atenção que deveria ser dedicada a questões e a gente de carne e osso. A esses costumo lembrar que nenhuma dessas tendências foi gerada pelas redes sociais, e nenhuma é de posse exclusiva delas.

De minha parte, não tenho ilusões de privacidade, como não deveria ter nenhum temerário colonizador da internet. Também não me escandaliza ver exposto publicamente aquilo que se convencionou chamar de “pessoal” – já que tudo que houver digno de ser apreciado, de qualquer autor e em qualquer meio, será invariavelmente de natureza confessional.

O que me incomoda em abominações como o twitter e infelicidades como o orkut não é a glorificação da banalidade, mas precisamente o oposto: a dessacralização do banal.

Há algo de sagrado no banal, em se contar como foi a noite de sono e observar que alguma coisa não desceu bem no café da manhã. Sou antiquado o bastante para crer que o banal pertence a esse âmbito sagrado e interdito, e que dividi-lo com todos (ou seja, com ninguém) equivale a despi-lo de sua precária beleza. É coisa justa e boa que o conferencista apresente as convicções do seu coração, aquilo que toma por absolutamente vital e verdadeiro, diante de uma multidão cambiante e anônima; já a pequena confissão, a dor nas costas, o preço do remédio e o desconforto com os sapatos, justamente por sua sacra banalidade, devem permanecer reservados para algum círculo mais interno – o cônjuge, o amigo, os filhos, o ascensorista. O estadista deve reclamar da vida com o porteiro e o açougueiro que nunca ri deve brincar com o filho diante do besouro vira-bosta, mas essas são liturgias a serem desempenhadas em pequeno, no um a um. Esse recato não se destina, bem entendido, a preservar imaculada alguma imagem ilusória, mas precisamente o contrário: porque só se escapa da ilusão da máscara pública (e na internet somos todos figuras públicas) mantendo sagrado e interdito o diminuto círculo de controle da vida real, em que o que existe somos só nós mesmos, o outro e as pequenas coisas.

Releio esta nota e me ocorre o inevitável: que se trata de reflexão tão banal que deveria ter ficado só para mim.

lunedì 4 ottobre 2010

Sarà l'autunno, saranno alcune foto scovate in internet sta di fatto che ho un peso nel cuore.
Non riesco a rassegnarmi a questa narcosi dell'anima.Mi sembra che la nostra società sia fatta di individui che difficilmente riescono a sentirsi parte di un qualcosa più grande, è come se fossimo tutti mattoni di uno stesso edificio ma senza un cemento che ci unisca e che ci renda davvero consapevoli di essere,tutti assieme,qualcosa di grandioso.
Forse esiste davvero un Dio che ci significa che ci rende giustificabili o forse siamo solo la possibilità pazza di una scommessa genetica che per caso ha funzionato.
In giornate come questa mi sembra di percepire l'umanità come il cancro che ucciderà il nostro Pianetà che sta quasi in fase terminale.Le città come metastasi, gli individui come cellule maligne che anelano a trovare tessuto da colonizzare.
Chissà se avremo almeno, dico.... almeno, la capacità di elevarci da cancro a parassiti in grado di convivere con l 'organismo infettato o invece il nostro egoista istinto più forte di ogni logica interigenza avrà la meglio su questo Pianeta nel nome di un becero muoia Sansone con tutti i Filistei.

domenica 3 ottobre 2010

Paradiso&Inferno

Un sant'uomo ebbe un giorno da conversare con Dio e gli chiese :
Signore, mi piacerebbe sapere come sono il Paradiso e l'Inferno.
Dio condusse il sant'uomo verso due porte.
Ne aprì una e gli permise di guardare all'interno.
C'era una grandissima tavola rotonda.
Al centro della tavola si trovava un grandissimo recipiente contenente cibo dal profumo delizioso.
Il sant'uomo sentì l'acquolina in bocca.
Le persone sedute attorno al tavolo erano magre, dall'aspetto livido e malato.
Avevano tutti l'aria affamata.
Avevano dei cucchiai dai manici lunghissimi, attaccati alle loro braccia.
Tutti potevano raggiungere il piatto di cibo e raccoglierne un po', ma poiché il manico del cucchiaio era più lungo del loro braccio non potevano accostare il cibo alla bocca.
Il sant'uomo tremò alla vista della loro miseria e delle loro sofferenze.


Dio disse: "Hai appena visto l'Inferno".


Dio e l'uomo si diressero verso la seconda porta.


Dio l'apri'.


La scena che l'uomo vide era identica alla precedente.
C'era la grande tavola rotonda, il recipiente che gli fece venire l'acquolina.
Le persone intorno alla tavola avevano anch'esse i cucchiai dai lunghi manici.
Questa volta, però erano ben nutrite, felici e conversavano tra di loro sorridendo.
Il sant'uomo disse a Dio:
Non capisco!
//....continua//

P.S
In realtà il racconto continua e c' è anche la spiegazione che Dio da al sant'uomo, ma io credo che sia facilmente deducibile.
Questo racconto attribuito al Mahatma Gandhi l ho scippato dal blog di Albatros,cliccando sul titolo vi ci potete recare e dare una sbirciatina anche al sito che è interessante, li inoltre potete trovare la spiegazione di Dio ed una piccola aggiunta.

guido

sabato 2 ottobre 2010

ansiaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa