mercoledì 2 luglio 2008

sabato 10 novembre 2007

Nonna Lele

Che strano ritrovarmi a imboccare mia Nonna con degli omogeneizzati, questi barattoletti che non son cambiati per niente negli ultimi quarant’anni, mentre col cucchiaino ne raspavo il fondo per poi portarlo alla sua bocca le immagini di un passato dolce e per me lontano mi tornavano in mente.

Le stesse azioni e gli stessi soggetti a parti invertite, mia Nonna che amorevolmente mi imbocca, lo sguardo sorridente le canzoni intonate che mi tengono compagnia, una vita intera passata accanto.

Sicuramente è stata mamma per me e mia sorella, ha rappresentato la casa, le sicurezze, le continue raccomandazioni, il cibo pronto, semplice e delizioso che ci aspettava puntuale sulla tavola.

E’ stata la memoria di una storia che mi appartiene, è lei che mi ha insegnato ad amare Gesù, lei che mi armava la mano con cento lire e mi mandava a darle alla zingarella che chiedeva l’elemosina lei che mi leggeva il libro cuore e mi insegnava il valore delle buone azioni e sentimenti.

Sicuramente non è perfetta, la sua infanzia aspra e un po triste le ha lasciato in eredità manie, malizie e egoismi che però spariscono e divengono insignificanti nel mare dei pregi che invece Dio le ha concesso.

Me la son ritrovata in un letto d'ospedale tutta bianca, con le mani deformate dall’artrite, la pelle fina e delicata mi è apparsa piccola e indifesa è stato per me un pugno nell’anima e mi son riscoperto terribilmente fragile. L’ho vista e sentita un po’ figlia cosi dipendente e teneramente conformata.

Nonna non ha mai sopportato e accettato la vecchiaia e da quando è morta mia madre che invece incessantemente l ‘ obbligava a vivere una vita giovane, si è ritrovata senza ruolo, confusa, nervosamente e leggermente persa. La sua grande voglia di sapere, chiacchierare, andare in giro, dare consigli e sentirsi utile è rimasta pian pianino ma inesorabilmente inappagata.

Al contrario di quello che accade a tanti nel suo caso non è stato il non accettare il decadimento fisico od il veder appassire quella bellezza che fu eccezionale che l’ha intristita, quanto il fatto di sentirsi emarginata dalla lotta della vita quotidiana dei suoi figli e nipoti.

Io so semplicemente che l’amo follemente e che quando chiuderà gli occhi per andare la dove l ‘aspettano tanti suoi affetti a me mancherà un pezzo di cielo e il mondo sarà un luogo meno accogliente da vivere.